martedì 20 marzo 2012

DUE PEZZI DI PANE, Sabato24/03/2012@Solaro(MI)

SABATO 24/03/2012, h21
@Teatro di Solaro,  via della Repubblica 55, Solaro(MI)
DUE PEZZI DI PANE
(Esprimonil sentimentodell’amore) 
Uprogetto de Il Giardino delle Ore
Di e Con  
Maria Cristina Stucchi e Simone Severgnini
  


A  Cloe,  grande  città,  le  persone  che  passano  per  strada  non  si  conoscono.  A vedersi  immaginano  mille  cose  luna  dellaltra.  Gli  incontri,  le  seduzioni,  gli amplessi, i sentimenti. Ma nessuno saluta nessuno. Gli occhi si incrociano per un momento l man s sfioran appena prim d tornar  perders nella solitudine ordinata e crudele.
(daLe citinvisibili di I.Calvino)


In una immaginata, ma possibile, città-deserto si muovono migliaia di individui. Come pezzi dello stesso pane: stessa pasta, con storie diverse.
Si apre una finestra, l’obbiettivo stringe.
Due pezzi di pane. Esprimono il sentimento dellamore, a loro modo, quasi giocando con questo sentimento co comune e complesso.
Due solitudini che si incontrano, con gli occhi ingenui di chi desidera la bellezza.
Si avvicinano come per caso. Gli sguardi incominciano a  danzare, dando vita alla danza dei corpi che si incontrano, si annusano, si assaggiano.
La bellezza e la poesia dei loro corpi comincia a creare spazi, emozioni e possibilità di relazione nuove.
Gli imbarazzi crescono, insieme ai fraintendimenti, ma la musica continua a muoverli insieme verso la presa di coscienza di possibilità nuove; altri orizzonti verso cui i due personaggi possono scegliere di volare insieme.
In un dipinto surreale si muovono i corpi di una versione moderna di Paolo e Francesca; raccontando e salvarsi dal tempo di incontri sfuggenti e mai profondi.
Di amori impossibili?

Danza e clowneriè si fondono in un meccanismo di scrittura di scena che parte dalla certezza  che  uno  sguardo  diverso  da  quello  che  solitamente  usiamo  nel  nostro quotidiano  possa  rendere  luminoso  qualcosa  sulla  scena  facendo  riecheggiare  in ognundi  noquelle  nebbie  del  ricorddcui  difficilmente  riusciamo  cogliere  i margini  definiti  ma  le  cui  sensazioni  se  ascoltate  attentamente  non  possono  non vibrare di nuovo in quello sguardo quasi di bambino.

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